Fate poca ironia sull’ultima parola del titolo, ed evitate assonanze spicciole. E’ scritto “mutante” con la “ti”. Con la “ti” di “tivvù” o “tiggì”!
E’ il duro mestiere di un folletto.
Bisogna studiare e impegnarsi tanto per diventare folletti mutanti… o mutatori (è la stessa cosa). Anche qua evitate la rima. Per favore.
E’ un lavoro di grande responsabilità, non esistono orari, non esistono feste, occorre essere sempre pronti a intervenire.
Mi emoziono ogni volta che lo dico… noi folletti mutatori mutiamo i finali delle favole. Ecco, l’ho detto!
Ma non possiamo mutare il nostro aspetto, che è più o meno simile a quello degli umani. Dico più o meno perché c’è il caso di Cico, che è decisamente disumano…
Quando io e Cico eravamo folletti di bottega, lavoravamo a parecchi finali di favole. Che bei tempi, ragazzi, e quanto lavoro c’era da fare. Poi Cico ha fatto quel che ha fatto, ha combinato quel guaio di dar fuoco al laboratorio e come se non bastasse si è messo a darci la caccia anche il GraCoPerTuFa. E adesso non solo siamo disoccupati, ma dobbiamo anche scappare e nasconderci dal terribile GraCoPerTuFa. E’ terribile davvero. Il GraCoPerTuFa ti fagocita, ti tortura, e dopo ti condanna. Si, ti condanna…
Ma che avete capito?! No, non è un mostro o una bestiaccia puzzolentosa. E’ il Gran Comitato Per la Tutela delle Favole. Ci accusano di appropriazione indebita di favole, racconti e affini. Finché le acque non si placano io e Cico siamo costretti a latitare qui tra voi, nella vita reale, dove il Comitato non ha alcun potere giuridico e legislativo, per fortuna. Ma se tornassimo a Girillonia, la nostra città, sarebbero guai!
Ma ormai ci siamo abituati a vivere qui nella vita reale, è passato molto tempo. E poi ci sono tanti extafollettari come noi in giro. Abbiamo pure il regolare Permesso di Folleggio...
Questa vita reale mi piace, anche se non ho ancora ricevuto risposte ai miei curriculum inviati, anche se la polvere in soffitta è tanta, sempre tanta, e l’umido fa scricchiolare.
Guardatevi bene attorno. I folletti sono tra voi.
E’ il duro mestiere di un folletto.
Bisogna studiare e impegnarsi tanto per diventare folletti mutanti… o mutatori (è la stessa cosa). Anche qua evitate la rima. Per favore.
E’ un lavoro di grande responsabilità, non esistono orari, non esistono feste, occorre essere sempre pronti a intervenire.
Mi emoziono ogni volta che lo dico… noi folletti mutatori mutiamo i finali delle favole. Ecco, l’ho detto!
Ma non possiamo mutare il nostro aspetto, che è più o meno simile a quello degli umani. Dico più o meno perché c’è il caso di Cico, che è decisamente disumano…
Quando io e Cico eravamo folletti di bottega, lavoravamo a parecchi finali di favole. Che bei tempi, ragazzi, e quanto lavoro c’era da fare. Poi Cico ha fatto quel che ha fatto, ha combinato quel guaio di dar fuoco al laboratorio e come se non bastasse si è messo a darci la caccia anche il GraCoPerTuFa. E adesso non solo siamo disoccupati, ma dobbiamo anche scappare e nasconderci dal terribile GraCoPerTuFa. E’ terribile davvero. Il GraCoPerTuFa ti fagocita, ti tortura, e dopo ti condanna. Si, ti condanna…
Ma che avete capito?! No, non è un mostro o una bestiaccia puzzolentosa. E’ il Gran Comitato Per la Tutela delle Favole. Ci accusano di appropriazione indebita di favole, racconti e affini. Finché le acque non si placano io e Cico siamo costretti a latitare qui tra voi, nella vita reale, dove il Comitato non ha alcun potere giuridico e legislativo, per fortuna. Ma se tornassimo a Girillonia, la nostra città, sarebbero guai!
Ma ormai ci siamo abituati a vivere qui nella vita reale, è passato molto tempo. E poi ci sono tanti extafollettari come noi in giro. Abbiamo pure il regolare Permesso di Folleggio...
Questa vita reale mi piace, anche se non ho ancora ricevuto risposte ai miei curriculum inviati, anche se la polvere in soffitta è tanta, sempre tanta, e l’umido fa scricchiolare.
Guardatevi bene attorno. I folletti sono tra voi.
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