domenica 30 marzo 2008

Interventi sorridenti

30 Marzo, domenica – dal Diario di un folletto disoccupato

La settimana è finita. E’ finito anche il mese, curioso. Noi folletti abbiamo messo l’ora fatata. Il resoconto della settimana, per me, è di 11 curriculum inviati. Risposte: forse una. Forse. Non voglio dire altro… meglio essere un pochino scaramantici. Poi vi racconterò…
Finalmente il sole è ritornato tra noi. Era bello anche l’odore della pioggia. Un giorno di pioggia noi folletti ci intrufolammo in ospedale. Alcuni giorni prima Cico, il solito combinaguai, rischiò di rompersi il ditino del piede. Ricordate? Ve l'ho raccontato la volta scorsa...
Questa volta ci intrufolammo per folleggiare un po' in corsia, tra i bambini che erano ricoverati. I reparti erano tanti e noi della banda ci dividemmo in coppie.
Gli altri della banda sono dei tipi molto simpatici. C'è Onda, che ha due occhioni celesti come il mare. Trippa è abbastanza magro ma mangia come un orco. Di lui si narra che una volta abbia mangiato 6 chili di pizza, e che abbia dormito per 21 ore di seguito. Zippo è suo cugino. E' il più serio di tutti...
Poi c'è Girasole, energica e dinamica. Non stà mai ferma. E alla fine c'è Jacobus, laureato in Archeognomia, il più intellettuale del gruppo.
Cominciarono così i nostri "interventi sorridenti". I bambini si divertivano a vedere le nostre scorribande in corsia. Credevano che recitassimo, noi non potevamo dire di essere dei veri folletti. Però un giorno uno di loro mi disse: "Ma cosa credi? Noi lo sappiamo che voi siete veramente dei folletti. Fingiamo di credere che siete attori solo per difendervi dai grandi e dal Gracopertufa che vi da' la caccia".
Nacque proprio così "interventi sorridenti", per la necessità di raccontare le favole a chi desiderava ancora realmente ascoltarle, in una corsia d'opredale.

giovedì 27 marzo 2008

Quella volta che finimmo tutti in ospedale

27 Marzo, giovedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Oggi piove. Anche ieri pioveva. E anche il giorno prima. Avete mai sentito l’odore della pioggia? Oggi c’è proprio lo stesso odore di quella volta che Cico finì dritto in ospedale.
Eravamo qui nella soffitta, fuori pioveva a dirotto e lui si vantava delle sue doti da ballerino. Volteggiava a più non posso, quando ad un certo punto si sentì solo “crick”…
Il ditino del suo piede diventò più grande di un salsicciotto. Io e gli altri folletti nostri amici lo portammo in un baleno al pronto soccorso.
Cico faceva solo scena, il ditino lo poteva muovere, si vedeva benissimo, ma lui voleva essere consolato dai dottori. Il solito fifone.
Fu lì che vedemmo all’improvviso degli strani personaggi, colorati, magici. Erano i clown di corsia.
Io, Cico e tutta la banda rimanemmo a guardarli incantati.
E’ stato allora che noi folletti decidemmo di entrare in ospedale e di cominciare i nostri “interventi sorridenti”. Ma di questo vi parlerò la prossima volta. E vi parlerò anche degli altri folletti.
Ah, il ditino di Cico era intero. Faceva male solo per la forte botta che aveva dato alla sedia, mentre cercava di saltellare come un folletto danzerino.

martedì 25 marzo 2008

Gironzolando






Oggi in giro me ne vò, mi guardo attorno e...


Cosa c'è? Cosa c'è attorno a voi? Raccontate...

lunedì 24 marzo 2008

Mi rifiuto


24 Marzo, lunedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Mi rifiuto di credere. Mi rifiuto di pensare. Mi rifiuto di credere che si possa produrre tanta spazzatura. Mi rifiuto di pensare che la responsabilità sia solo della camorra.
In casa nostra non abbiamo la camorra. La nostra spazzatura la creiamo noi.
“Io ho creato un chilo di spazzatura”… “Io ho creato tre chili di spazzatura”…
Ma cosa c’è nei nostri rifiuti, ve lo siete mai chiesto? Non avete mai guardato nel secchio? Vi fa troppo schifo? E’ roba vostra, solo roba vostra.
Perché ci correggiamo se sbagliamo una coniugazione e non ci correggiamo se sbagliamo a buttare un oggetto nel cestino?
La camorra viene dopo.
In principio siamo noi.
Se pensiamo che “tanto è solo colpa della camorra”, allora siamo già corrotti geneticamente.
Io mi rifiuto.

domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua ...

... da Cico, Pepa e tutti i folletti.

venerdì 21 marzo 2008

Filastrocca usa e getta

Filastrocca usa e getta, vai da chi non se l’aspetta,
vai sui monti, vai nei mari, va’ a raggiungere i somari.
Come spiffero di vento, come polvere d’argento,
vai nel cielo e in capo al mondo, e vedrai che non è tondo.
Non è tondo ma è schiacciato, ed è pure un po’ affollato,
qui si deve fare spazio, quanti ingombri, via che strazio.
Taglia, incolla, fuggi e mordi, ma che siamo tutti sordi?
Non c’è tempo di pensare, qui si deve lavorare.
Filastrocca usa e getta, viaggia e vola, dammi retta,
con l’aereo, con il treno, o anche a piedi, mica è strano!
Viaggia e prova a far capire, che anche un sogno va’ lontano!

martedì 18 marzo 2008

Il punto di svista

18 Marzo, martedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Io lo dicevo che ieri sarebbe stato un lunedì fantastico. Finalmente. Sono stata contattata per un colloquio di lavoro. Era l’annuncio scovato sabato scorso, il 15 Marzo, di buon mattino, quello che diceva “A.A.A. folletti cercasi…” eccetera, eccetera! Embè, mi presento nell’ufficio di questa azienda. Trovarlo non è stato facile, era piuttosto nascosto e in una strada secondaria. In attesa c’erano già una decina di persone, mentre altre sarebbero arrivate subito dopo di me. Ho pensato che spuntarla tra tutti sarebbe stato grandioso, anche per la soddisfazione di essere l’unica folletta ragazza presente…
Il colloquio non è andato proprio bene.
C’è stato un errore di stampa nell’annuncio.
Vi spiego.
Annuncio che io ho letto:
“A.A.A folletti cercasi per infestare soffitte, scantinati, armadi e/o cabine armadio. Anche prima esperienza, buone percentuali di guadagno, possibilità di carriera.”

Annuncio pubblicato correttamente sul giornalino di inserzioni, nell’edizione (ovviamente!) successiva a quella da me consultata:
“A.A.A. galeotti cercasi per ‘sgomberare’ appartamenti, scantinati, armadi e/o vetrine argenteria. NO prima esperienza, buone percentuali, ottima possibilità di carriera. NO perditempo.”

Uffa. E non aggiungo altro.

lunedì 17 marzo 2008

La mia amica odia il lunedì


17 Marzo, lunedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Una mia amica proprio non sopporta il lunedì. In fondo chi non conosce qualcuno che odia questo giorno?! L’unica colpa del lunedì è che è stato messo dopo la domenica. Se lo avessero piazzato nel mezzo della settimana nessuno si sarebbe accorto di lui.
Il lunedì va capito, deve essere interpretato.
Oggi ho deciso che è un bellissimo lunedì. C’è il sole e ci sono anche delle nuvole, bianche e grigioline. Il venticello spettina e ripettina i capelli, poi continua la mia ricerca del lavoro, il mercato è affollato e colorato… insomma c’è proprio tutto oggi.
La mia amica, invece, s’è svegliata con la testa scoppiettante. Oggi odia il vento, odia le nuvole grigioline, odia la folla e odia il lavoro.
Eh si, oggi è proprio il giorno della luna.
Domani no!

domenica 16 marzo 2008

Il mestiere di un folletto mutante

16 Marzo, domenica - dal Diario di un folletto disoccupato

Fate poca ironia sull’ultima parola del titolo, ed evitate assonanze spicciole. E’ scritto “mutante” con la “ti”. Con la “ti” di “tivvù” o “tiggì”!
E’ il duro mestiere di un folletto.
Bisogna studiare e impegnarsi tanto per diventare folletti mutanti… o mutatori (è la stessa cosa). Anche qua evitate la rima. Per favore.
E’ un lavoro di grande responsabilità, non esistono orari, non esistono feste, occorre essere sempre pronti a intervenire.
Mi emoziono ogni volta che lo dico… noi folletti mutatori mutiamo i finali delle favole. Ecco, l’ho detto!
Ma non possiamo mutare il nostro aspetto, che è più o meno simile a quello degli umani. Dico più o meno perché c’è il caso di Cico, che è decisamente disumano…
Quando io e Cico eravamo folletti di bottega, lavoravamo a parecchi finali di favole. Che bei tempi, ragazzi, e quanto lavoro c’era da fare. Poi Cico ha fatto quel che ha fatto, ha combinato quel guaio di dar fuoco al laboratorio e come se non bastasse si è messo a darci la caccia anche il GraCoPerTuFa. E adesso non solo siamo disoccupati, ma dobbiamo anche scappare e nasconderci dal terribile GraCoPerTuFa. E’ terribile davvero. Il GraCoPerTuFa ti fagocita, ti tortura, e dopo ti condanna. Si, ti condanna…
Ma che avete capito?! No, non è un mostro o una bestiaccia puzzolentosa. E’ il Gran Comitato Per la Tutela delle Favole. Ci accusano di appropriazione indebita di favole, racconti e affini. Finché le acque non si placano io e Cico siamo costretti a latitare qui tra voi, nella vita reale, dove il Comitato non ha alcun potere giuridico e legislativo, per fortuna. Ma se tornassimo a Girillonia, la nostra città, sarebbero guai!
Ma ormai ci siamo abituati a vivere qui nella vita reale, è passato molto tempo. E poi ci sono tanti extafollettari come noi in giro. Abbiamo pure il regolare Permesso di Folleggio...
Questa vita reale mi piace, anche se non ho ancora ricevuto risposte ai miei curriculum inviati, anche se la polvere in soffitta è tanta, sempre tanta, e l’umido fa scricchiolare.
Guardatevi bene attorno. I folletti sono tra voi.

sabato 15 marzo 2008

Strani folletti si aggirano da queste parti...

Diario di un folletto disoccupato



15 Marzo, sabato – Il curriculum di Janas

Modifiche al curriculum apportate. Anche se forse ho un po’ esagerato… non credo sia il caso di scrivere di aver lavorato come dirigente per una “nota multinazionale elfica”. Scoprirebbero subito che non è proprio vero…
Devo essere più discreta, e al tempo stesso mettere in risalto la mia professionalità.
Ma gli annunci di lavoro adatti a me sono davvero pochi. Questa mattina, di buon’ora, ne ho scovato uno: “A.A.A. folletti cercasi per infestare soffitte, scantinati, armadi e/o cabine armadio. Anche prima esperienza, buone percentuali di guadagno, possibilità di carriera.”
Lo so, mi dovrò accontentare anche di un incarico semplice come questo (sempre ammesso che mi scelgano!), nonostante la mia lunga esperienza.
Ho studiato, ho studiato tanto, mi sono persino laureata all’Accademia delle Folli Arti in Follettografia. Mi hanno dato il massimo dei voti, 110 e uova sode, e addirittura l’applauso della commissione. Mi sono laureata con il mitico Professor Sfollettucci, pensate, un genio della Follettografia. E’ lui che ha scritto il celeberrimo trattato di Teoria e Tecnica delle Meraviglie Elfiche! Nell'immagine, qui di lato, ho dipinto il cortile dello gnomico palazzo dell'Accademia delle Folli Arti.
Comunque lo avrete capito… Janas è solo uno pseunomico…ehm, uno pseudognolo… uno psiconomino… insomma è un nome d’arte. Si, si.


Abito in questa brutta soffitta umida e polverosa col mio fratellino Cico.


Anche lui non sta messo tanto bene. Laureato in Ecognomia e Folleggio, si arrangia con qualche lavoretto qua e là. E’ colpa sua se abbiamo perso il lavoro come folletti di bottega. Ha incendiato per sbaglio il laboratorio… ma a questa storia non voglio più pensarci, ormai siamo stati licenziati. In questo diario voglio parlare solo delle mie disavventure quotidiane!
Cico è il mio fratello quasi gemello, ma diverso. Mi assomiglia, ma lui è più brutto, ha un viso grugnoso, e poi si lagna sempre.
Oggi mi diceva che sono una scansafatiche e subito dopo si è seduto sul divano e si è messo a ronfare!
Ci vuole pazienza. Pazienza con i fratelli folletti, pazienza con gli annunci di lavoro, pazienza con la polvere che fa starnutire e con l’umidità che fa scricchiolare!!!




venerdì 14 marzo 2008

Diario di un folletto disoccupato

14 Marzo - venerdì
Difficile essere un folletto. Soprattutto quando si è un folletto disoccupato!
Quando mi chiedono se sono disoccupata, mi piace rispondere che "sono occupata a cercare lavoro"!
Ma tutti pensano che io sia men che precaria. E allora mi sono abituata e affezionata all'idea di essere perennemente senza lavoro... (anche se è quasi la verità! ma non ditelo in giro!)
Si, però non si può andare avanti così. Ci vuole una svolta.
Curriculum inviati nell'ultima settimana: 15
Risposte ricevute: 0
...forse devo apportare delle modifiche al mio curriculum, renderlo più interessante.
Ma si, è questa la strada! Domani ci penso!!!
Cico e Janas col naso all'insù!

Col naso all'insù

Capitolo primo - "Una vecchia soffitta polverosa"

Cico e Janas erano due strambi personaggi.
Non erano proprio dei veri folletti, ma certo erano folli. Non avevano molta fantasia, ma erano fantastici. Non ascoltavano la musica, ma cantavano… però non sempre con buoni risultati!
Uno amava molto il rosso, ma vestiva di verde perché era daltonico. L’altra beveva sempre il the alle cinque del pomeriggio, perché in questo modo poteva sognare ad occhi aperti la sua amata Inghilterra…
Ma Janas neppure sapeva dove fosse, la sua amata Inghilterra. Aveva sentito in giro alcune leggende che raccontavano di streghe, maghi, folletti e si era illusa che i suoi antenati venissero proprio da laggiù. Cico e Janas abitavano ormai da tanto tempo in quella vecchia soffitta polverosa. Da quel giorno in cui persero il lavoro.
“E pensare che una volta eravamo assistenti di bottega del Dottor Pietrone. Ora, invece, siamo qui, tra questi cumuli di polvere a far nulla” borbottava sempre Cico.
“Sei tu che non vuoi mai fare nulla, tranne che ronfare!” gli rispondeva puntualmente Janas, pungente come un cactus.
Un pomeriggio, come al solito, erano impegnati in uno dei loro infiniti battibecchi. Giocavano a mosca cieca e Cico, bendato, cercava di imbrogliare, alzando la benda di tanto in tanto per scrutare.
“Janas… Janas, dove sei? Ma dove ti nascondi?… non ti vedo più”…
“Cico, sono qui!” rispose Janas, che, detto tra noi lo sa molto bene che Cico è un imbroglione!
“Proprio qui. Dietro di te… e comunque non dovresti vedermi, con quella benda sugli occhi… truffatore lestofante!”
“Io non truffo e non lestofò… non lestofaccio…non… insomma basta” bofonchiò Cico. “ Uffa e basta. Basta e nisba!” borbottava sempre tra sé.
Ma qualcosa stava per accadere…
(continua...)
23 Marzo, domenica - il racconto prosegue
(...) Entrò in soffitta sul ritmo di una marcia militare il Capitano Polidoro. Si fermò, puntò la spada. Un attimo di pausa, poi… annunciò!
L’ora del the era giunta anche quel pomeriggio.
“Sono le cinque del pomeriggio e tutto va bene! Il vento soffia da nord-ovest. Oggi il sole è sorto alle 05:43am e tramonterà alle 20:04pm. E qui in soffitta si batte la fiacca!”
Era il consueto annuncio del Capitano Polidoro, che ogni giorno accompagnava il “Rito della Teiera”.
“Capitano, ha spaccato il secondo anche oggi” fu il commento di Janas. Il “Rito della Teiera” ebbe inizio.
(continua...)