sabato 22 novembre 2008

Il libro di Giovanni…


Ieri sono stata alla presentazione del libro “Semantica della nutrizione” del mio amico Biologo Nutrizionista Giovanni Moscarella. Devo dire che come al solito sono arrivata con un puntuale ritardo… la conferenza era già iniziata, ed io ho dato anche un po’ di disturbo passando tra gli spettatori comodamente seduti, per arrivare a delle belle sedie libere!
La presentazione mi è piaciuta molto, devo fare i miei complimenti a Giovanni per questo lavoro pubblicato da Graus Editore, “un libro interdisciplinare in cui sono organicati studi di Antropologia, Sociologia, Psicologia Sociale e Biochimica”.
Perché nutrirsi è importante. E’ importante “come” ed è importante “quando”… non esclusivamente quanto!

“Semantica della nutrizione - Psico-Biochimica Morfo-funzionale”
di Giovanni Moscarella, introduzione di Paola Arenga
Graus Editore

martedì 18 novembre 2008

L’identità perduta


Tsè, che cosa curiosa che mi è accaduta ultimamente. Chissà se a voi è mai capitato. Ora vi racconto tutto.
Nei giorni scorsi ricordavo di avere una scadenza, ma non ricordavo cosa fosse a scadere. Poi la lampadina mi si è accesa: “Ma certo! La carta d’identità!”.
Embè, avere un’identità scritta su una carta è una gran sicurezza. Anche la carta di Cico, il mio fraterno fratello, era scaduta visto che l’avevamo fatta contemporaneamente, lo stesso giorno, nello stesso momento, nello stesso ufficio ovviamente.
Allora prendo le carte d’identità e le metto nella borsa, prendo la borsa e la metto a tracolla, prendo Cico per un orecchio e lo carico in ascensore e ci avviamo in comune.
Un po’ mi dispiaceva, la foto che avevo sulla carta era particolarmente carina, una cosa rara per le fototessera che generalmente sembrano foto segnaletiche. La prima sorpresa, arrivando al comune, è stata molto gradita, ma me ne aspettavano altre un po’ più strambe.
Arrivando scopro che ora le carte d’identità possono valere 10 anni e non più solo 5, e che quelle in scadenza non devono essere rifatte. Basta farsele timbrare dall’apposito omino per farle valere altri 5 anni.
Fantastico, conservo la mia foto ben riuscita per altri 5 anni!!!
Entro nell’ufficio, mentre mi beo con Cico dopo che per tutto il tempo mi ero lamentata di dovermi rimettere in posa per cercare di rifare la stessa espressione, lo stesso sguardo… insomma, un’impresa.
Io che sono molto fisionomista ed ho una memoria ottima noto subito che capito con lo stesso impiegato di 5 anni fa. Infatti nel porgergli la mia carta d’identità faccio quasi per dirglielo, ma poi mi trattengo. Guarda la mia carta, poi quella di Cico, poi di nuovo la mia carta, poi guarda me, poi guarda la sua collega e poi mi fa: “Questa chi è? Lei?”.
Ovviamente sono io, visto che l’altro è mio fratello. E mi ripete: “Sicuro che è lei?” – “Bè, mai stata più sicura! E’ la mia carta d’identità.” - rispondo io.
Non capivo se scherzasse. Ho capito che non scherzava quando ha chiamato i colleghi. Quasi ridendo mostra il documento. Vabbè, avrò esagerato dicendo che la foto è venuta bene, ma non è neanche tanto brutta da mostrarla a tutto il mondo. Vabbè, avrò avuto i capelli più corti, ma si vede che sono io… vabbè, ora non esageriamo a prendermi in giro…
Ad un certo punto capisco che il problema non è la foto, ma ma proprio la mia carta d’identità. Insomma avevo un documento non timbrato, non firmato da chi di dovere, senza nulla di nulla, una scartoffia o quasi. In effetti quando lo guardavo lo vedevo un poco vuoto, ma non capivo che cosa mancasse! E scusatemi tanto, mi ero affidata a chi me lo aveva fatto.
A tal proposito l’impiegato mi chiede: “Ma chi gliel’ha fatto? Di certo non io!”.
Sto quasi per dirgli che in realtà era stato proprio lui, quando continua sentenziando: “Ma che ignoranti!”.
A quel punto non me la sono sentita davvero di dirglielo. E la prova che fosse proprio lui è nel documento di Cico, fatto un secondo prima del mio, dove la sua firma compare chiara e ben leggibile sul timbro.
Ma allora io per 5 anni sono stata senza identità? Oppure con un’identità fasulla? No, fasulla no perché era davvero la mia. Ho avuto un’identità mezza valida, ma nessuno se n’è mai accorto.
Va bene non faccio l’esagerata… ma è una cosa curiosa un folletto strampalato dall’identità incerta.
Ma ora sono contenta, l’identità è salva e anche la fototessera, così non dovrò farne altre!