sabato 30 maggio 2009

Il Giro d' Italia


Oggi il Giro d'Italia era nella mia Napoli, ed è passato nel mio quartiere! Wow, che emozione, è stato bellissimo... io ero lì che saltellavo come un grillo, e gridavo "Dai, dai, dai... forzaaaa..." e applaudivo e guardavo tutte quelle ruote, e quei caschetti colorati, e quelle macchine in coda al gruppo con tutte quelle biciclette di riserva...





sabato 23 maggio 2009

L’isola del vento e delle fate

La mia terra d’origine è la Sardegna…

I miei antenati erano Fenici, un popolo di navigatori, e infatti da loro ho ereditato la passione per il mare e una forma genetica di Anemia Mediterranea, la stessa che accomuna il popolo sardo a quello libanese. I medici mi hanno dato una sola certezza nella vita, non morirò mai di Malaria. E infatti mia madre, che ha avuto la Malaria, si è salvata grazie a questo difetto genetico.
E’ una terra magica, fin da piccola ho sempre pensato che ci fossero fate ovunque, gli alberi mi parlavano e i sassi si animavano, persino i gatti mi comparivano all’improvviso per accompagnarmi nelle mie passeggiate.


Avevo delle vecchie zie che abitavano in una casetta con tante scalette. Sotto ad una di queste scalette c’era una porta, piccola e misteriosa. Io cercavo sempre di scoprire quale segreto nascondesse… poi, un giorno mi dissero che lì… abitavano delle fate. Io c’ho creduto, era proprio una casa da fate.








Le Domus de Janas, in Sardegna, sono delle piccole costruzioni scavate nella pietra, con delle porte piccole, e nella tradizione popolare esse appaiono come le dimore di piccole fate, che tessono stoffe d’oro con telai d’oro.
E letteralmente il nome vuol dire proprio “Case delle Fate”.

Una volta, due mie cugine, mi dissero di non percorrere mai questo sentiero da sola…

Altrimenti avrei incontrato loro…










Vestiti con queste maschere e pelli di pecora, bastoni e campanacci. Mi avrebbero rapita per portarmi non so dove. Un’amica delle mie cugine mi disse che erano uomini lupo e che rapivano tutti i bambini soli incontrati lungo il loro tragitto.
Un altro amico delle mie cugine mi disse che non erano uomini lupo, ma non so bene cosa, e che mi avrebbero trasformata in un formaggio…
A me sembrava più credibile la teoria degli uomini lupo. Ma l’amico delle mie cugine diceva che loro riuscivano a trasformare il sangue in latte, spremevano per bene le loro vittime, e col sangue-latte facevano formaggi per nutrirsi.

Lungo questa discesa vedevo sempre scendere le donne che ritornavano dal lavatoio, dove erano andate a lavare i panni. Sembravano delle statue, con i loro vestiti lunghi, e una cesta enorme in testa, con dentro i panni che profumavano di buono. Non la reggevano in alcun modo, quella cesta, stava su, da sola e a me sembrava impossibile…

Il vento… il vento crea delle forme fantastiche. Le rocce, gli alberi, tutto si anima al passaggio del vento. Che lascia il suo segno indelebile.