giovedì 25 dicembre 2008

Un felice Natale ...




I FOLLETTI VI AUGURANO UN NATALE DAVVERO MAGICO.
NON FATE LA FACCIA INGRUGNITA...
RIDETE DI GUSTO, STARNUTITE FORTE, ESPRIMETE UN DESIDERIO...

giovedì 18 dicembre 2008

un caso enigmatico



Un enigmatico vandalo si aggira nel mio palazzo. Noi tutti lo chiamiamo “il maniaco della spazzatura”…
Io, da folletto appassionato di misteri, ho provato ad indagare, ma coglierlo sul fatto sembra impossibile. E’ come un gatto, silenzioso ed agilissimo!
Sceglie a turno le sue vittime.
Lascia sacchetti di spazzatura appesi ai pomelli delle porte. La vittima di turno ogni giorno, aprendo la porta o tornando dalla spesa trova il ricordo lasciato dal “maniaco”. Nella busta ci sono avanzi di cibo. Mangia sempre le stesse cose: banane, tonno, mozzarella, pane, merendine e cioccolata. Qualche volta anche gelato e torte gelato… e pastorelle. E’ pure goloso.
Io ho un sospetto… in un mio vecchio post(“Il misterioso caso dei vicini di casa”) vi ho parlato della lugubre famiglia Merli. Secondo me è il Merlo figlio. Una volta l’ho visto con una bustina della spesa, giù al palazzo, che si aggirava in maniera sospetta. Poi, quando sono rientrata, ho visto la bustina appesa alla porta della mia vicina. Infatti in quel periodo la vittima era la mia vicina.
Il profilo del furfante è questo: ama mangiare ed è goloso; forse mangia di nascosto; è abitudinario e agisce la mattina; anche se abita ad un piano alto probabilmente sale e scende spesso a piedi in modo da avere la possibilità, scendendo o salendo, di lasciare i suoi sacchetti… che spesso sono unti e bisunti.
Poi, dopo aver scelto la vittima, lascia delle tacche alle porte, dei graffi, dei segni… mah!

Ora, invece, vi faccio il resoconto sulla mia ricerca del lavoro. Curriculum inviati nell’ultimo periodo: molti.
Risposte: 0.

Un’ultima cosa…
ultimamente la mia amica Rosy, mi ha invitata ad un gioco carino. Devo esprimere dei desideri sul futuro, invitare altre otto persone al gioco e trovare degli aggettivi per descrivere la persona che mi ha invitato, usando le lettere che compongono il suo nome. Farò delle piccole modifiche…
Il mio unico desiderio è di poter sempre sorridere e veder sorridere.
Non invito otto persone al gioco, ma invito voi tutti a visitare queste persone…
Sandro
Angelo
Blessing

E poi, vediamo… per Rosy posso inventarmi…
Rivoluzionaria
Ospitale
Sorprendente
Ingegnosa
...anzi, come mi ha suggerito Lalla, utilizzo il nome completo di Rosy...
Materna
Altruista
Rivoluzionaria
Intraprendente
Anticonformista

Rispettosa
Ospitale
Sincera
Attenta
Riflessiva
Ingegnosa
Affettuosa

giovedì 4 dicembre 2008

Un’amica preziosa


Un’amica mi ha regalato una campanella di vetro trasparente. Io ogni tanto la suonerò per rendere le mie giornate più magiche.
Ieri ho imparato che una vera amica si può riconoscere al volo pur non avendola mai vista, dal modo in cui cammina, da un sorriso e persino da un’acqua tonica con fettina di limone!
Ho un’amica un po’ fata, un po’ maga e un poco folletta. Eh, si, anche lei ha uno spirito folletto! Dovete vedere come saltella. Pensate che ha una bacchetta fatata a forma di macchina fotografica e come per magia fa comparire in borsa vassoi di dolcetti di cioccolata.
Sono fortunata perché ho un’amica preziosa… e non solo per i dolcetti che fa comparire!
Rosy, ti voglio tanto bene!

sabato 22 novembre 2008

Il libro di Giovanni…


Ieri sono stata alla presentazione del libro “Semantica della nutrizione” del mio amico Biologo Nutrizionista Giovanni Moscarella. Devo dire che come al solito sono arrivata con un puntuale ritardo… la conferenza era già iniziata, ed io ho dato anche un po’ di disturbo passando tra gli spettatori comodamente seduti, per arrivare a delle belle sedie libere!
La presentazione mi è piaciuta molto, devo fare i miei complimenti a Giovanni per questo lavoro pubblicato da Graus Editore, “un libro interdisciplinare in cui sono organicati studi di Antropologia, Sociologia, Psicologia Sociale e Biochimica”.
Perché nutrirsi è importante. E’ importante “come” ed è importante “quando”… non esclusivamente quanto!

“Semantica della nutrizione - Psico-Biochimica Morfo-funzionale”
di Giovanni Moscarella, introduzione di Paola Arenga
Graus Editore

martedì 18 novembre 2008

L’identità perduta


Tsè, che cosa curiosa che mi è accaduta ultimamente. Chissà se a voi è mai capitato. Ora vi racconto tutto.
Nei giorni scorsi ricordavo di avere una scadenza, ma non ricordavo cosa fosse a scadere. Poi la lampadina mi si è accesa: “Ma certo! La carta d’identità!”.
Embè, avere un’identità scritta su una carta è una gran sicurezza. Anche la carta di Cico, il mio fraterno fratello, era scaduta visto che l’avevamo fatta contemporaneamente, lo stesso giorno, nello stesso momento, nello stesso ufficio ovviamente.
Allora prendo le carte d’identità e le metto nella borsa, prendo la borsa e la metto a tracolla, prendo Cico per un orecchio e lo carico in ascensore e ci avviamo in comune.
Un po’ mi dispiaceva, la foto che avevo sulla carta era particolarmente carina, una cosa rara per le fototessera che generalmente sembrano foto segnaletiche. La prima sorpresa, arrivando al comune, è stata molto gradita, ma me ne aspettavano altre un po’ più strambe.
Arrivando scopro che ora le carte d’identità possono valere 10 anni e non più solo 5, e che quelle in scadenza non devono essere rifatte. Basta farsele timbrare dall’apposito omino per farle valere altri 5 anni.
Fantastico, conservo la mia foto ben riuscita per altri 5 anni!!!
Entro nell’ufficio, mentre mi beo con Cico dopo che per tutto il tempo mi ero lamentata di dovermi rimettere in posa per cercare di rifare la stessa espressione, lo stesso sguardo… insomma, un’impresa.
Io che sono molto fisionomista ed ho una memoria ottima noto subito che capito con lo stesso impiegato di 5 anni fa. Infatti nel porgergli la mia carta d’identità faccio quasi per dirglielo, ma poi mi trattengo. Guarda la mia carta, poi quella di Cico, poi di nuovo la mia carta, poi guarda me, poi guarda la sua collega e poi mi fa: “Questa chi è? Lei?”.
Ovviamente sono io, visto che l’altro è mio fratello. E mi ripete: “Sicuro che è lei?” – “Bè, mai stata più sicura! E’ la mia carta d’identità.” - rispondo io.
Non capivo se scherzasse. Ho capito che non scherzava quando ha chiamato i colleghi. Quasi ridendo mostra il documento. Vabbè, avrò esagerato dicendo che la foto è venuta bene, ma non è neanche tanto brutta da mostrarla a tutto il mondo. Vabbè, avrò avuto i capelli più corti, ma si vede che sono io… vabbè, ora non esageriamo a prendermi in giro…
Ad un certo punto capisco che il problema non è la foto, ma ma proprio la mia carta d’identità. Insomma avevo un documento non timbrato, non firmato da chi di dovere, senza nulla di nulla, una scartoffia o quasi. In effetti quando lo guardavo lo vedevo un poco vuoto, ma non capivo che cosa mancasse! E scusatemi tanto, mi ero affidata a chi me lo aveva fatto.
A tal proposito l’impiegato mi chiede: “Ma chi gliel’ha fatto? Di certo non io!”.
Sto quasi per dirgli che in realtà era stato proprio lui, quando continua sentenziando: “Ma che ignoranti!”.
A quel punto non me la sono sentita davvero di dirglielo. E la prova che fosse proprio lui è nel documento di Cico, fatto un secondo prima del mio, dove la sua firma compare chiara e ben leggibile sul timbro.
Ma allora io per 5 anni sono stata senza identità? Oppure con un’identità fasulla? No, fasulla no perché era davvero la mia. Ho avuto un’identità mezza valida, ma nessuno se n’è mai accorto.
Va bene non faccio l’esagerata… ma è una cosa curiosa un folletto strampalato dall’identità incerta.
Ma ora sono contenta, l’identità è salva e anche la fototessera, così non dovrò farne altre!


mercoledì 29 ottobre 2008

Fantasia o realtà?


Umore nero… vabbè, non esagero, diciamo grigio, però grigio scuro. Essere un folletto è favoloso, ma credetemi è anche stancante e impegnativo. Solo perché sei un folletto la gente si aspetta magie d’ogni tipo, salti, voli, storie strane e allegre.
E invece anche un folletto può stare di umore nero, è da giorni che borbotto come una pentola di fagioli, parlo da sola, sbuffo, contesto ogni cosa. Ma per fortuna ogni tanto mi concedo delle pause dall’umore grigiastro.
Nel fine settimana appena trascorso è venuto a farmi visita Max, un mio carissimo amico. Appassionato di leggende e misteri, l’ho portato alla Cappella Sansevero, con la speranza di sciogliere l’enigma che si cela dietro la storia del Principe Raimondo di Sangro. Fantasia o realtà? Ovviamente l’enigma non è stato sciolto e in fondo a me non interessa molto dare una risposta. In fondo non mi cambia nulla sapere se ho visto una verità o una leggenda. A cosa ci serve sapere se gli extraterrestri esistono oppure no, se le religioni dicono il vero, se i folletti hanno tutti le orecchie a punta?! Io, per esempio, non ho le orecchie a punta ma sono un folletto!

sabato 4 ottobre 2008

Un bosco decisamente incantato...

... abitato da una faina dispettosa, uno scoiattolo nero, una tartaruga casalinga, un riccio timoroso e pipistrelli urlatori!

giovedì 11 settembre 2008

L'assassino e il cane fantasma


11 Settembre, giovedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Rieccomi, sono tornata. Ho bighellonato a lungo, ne ho combinate tante e parecchie ne ho da raccontarvi, ma devo dire che mi siete mancati molto!
Vediamo, da dove posso cominciare? Ci sono! Comincerò dall’inizio, è sempre la cosa migliore. Dunque, all’inizio non ci pensavo nemmeno un po’ ad andare in vacanza. Poi mi sono convinta osservando la fragile vecchina novantenne che abita nel palazzo di fronte. Già, perché mentre io ero ancora davanti al primo piatto da lavare, notavo che lei non solo aveva pulito tutta la cucina, ma aveva anche ritinteggiato il corridoio, sistemato il rubinetto del bagno che gocciolava ed effettuato qualche lavoretto di falegnameria qua e là! Così ho capito che avevo bisogno di riposo…


Ninì, Scaroletta e Salatina, tre follette mie amiche, mi hanno invitata nella loro casetta di montagna, tra boschi fantastici, a Piana Starnuto, un villaggio a 300 km e 78 curve a sud-est da casa mia.
A Piana Starnuto c’è un prete, un giardiniere tuttofare, un ladro che non esce mai di casa, un bar con gli ombrelloni blu, un piccolo supermercato con la porta verde, una casa gialla, una fontana ed un assassino.
L’assassino abita di fronte alla fontana, per andare alla fontana bisogna passare per forza davanti all’assassino. Lui è sempre sull’uscio di casa seduto su una sedia che sembra fatta di stuzzicadenti. Si narra che anni fa abbia ucciso il suo cane con la sola forza del pensiero.
Il cane era entrato di soppiatto nel pollaio, afferrando famelicamente una delle galline.
All’assassino bastò solo guardarlo.
Alcuni raccontano che il povero cane fece in tempo solo a sgranare gli occhi, prima di accasciarsi con ancora le piume in bocca.
Povero cane, in fondo aveva solo fame, non era un assassino di galline.
Invece l’assassino è un assassino vero, spietato e freddo.
Così, forse suggestionata dal racconto, tra questi boschi, specialmente di sera, mi è capitato di scorgere l’ombra di un cane… in una nuvola di piume di gallina...

martedì 29 luglio 2008

Un'idea non tanto bislacca


29 Luglio, martedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Chi mi conosce lo sa che mi piace intrufolarmi ovunque. Altrimenti che folletto sarei? Così ogni tanto mi faccio venire qualche idea bislacca e mi invento qualcosa per lavorare. L’altro giorno ho avuto un’idea non tanto bislacca. Il mio amico che è titolare di un’impresa di pulizie cercava un’assistente per un giorno, per sostituire una ragazza che si sarebbe assentata. Non riusciva a trovare nessuno e allora mi sono offerta io. Gli amici servono a questo.
Nove palazzi e tre giardini da pulire. Lui era un po’ preoccupato per i pasticci che avrei potuto combinare… ma io sono stata attenta!
Mi sono alzata alle 04:00 del mattino, quando tutti ancora dormono. Che pace, che calma, tutto è lento, anche i minuti. Esci per strada e quella che hai attorno è sempre la tua città, ma ti sembra un altro mondo.
Finito di pulire il primo palazzo vedo sorgere il sole e quella luce blu che c’era poco prima si trasforma in una luce dorata, che colora il cielo di un giallo pallido, ed io sono contenta… e non solo per lo spettacolo ma anche e soprattutto per non aver combinato disastri, del tipo allagamenti, incendi, crolli. Non ho neppure confuso i tappetini fuori alle porte.
Ci sono una varietà infinita di tappetini e sicuramente da quelli si può capire la personalità dei padroni di casa.
Rettangolare, a tinta unita è sicuramente serio e composto, forse un po’ freddo; con una cornice in tinta opposta è piuttosto classico; la scritta “welcome” ti da di sicuro il benvenuto, ma ha un significato diverso se è rivolta verso l’interno o verso l’esterno! Il tappetino a semicerchio è un compromesso tra il classico e il moderno, osare ma non troppo. Chi osa del tutto con colori forti e fantasie geometriche, invece, è decisamente votato al modern style, con temperamento giovanile e aperto alle novità. I più sognatori e fantasiosi hanno zerbini a forma di cane, gatto, ranocchio con o senza corona. Vuol dire che in fondo ancora credono nelle favole, anche se non amano dirlo.
E poi ci sono zerbini a tema floreale… mah! Allegri e accoglienti ma spesso dal gusto incerto.
Che esperienza, ragazzi, per una volta non ho avuto un’idea bislacca. Ho imparato a leggere i tappetini.
In fondo anche le cose apparentemente più inutili ci parlano.

giovedì 17 luglio 2008

lunedì 7 luglio 2008

Il colore del mare


Una barchetta colorata mi riporta lontano… forse nel mare della fantasia.
Vi regalo una filastrocca, spero vi piaccia… ma questa volta non è mia.

Ombrelloni

Vorrei stare a Rapallo
sotto un ombrello giallo.
Vorrei stare a Riccione
sotto un ombrello arancione.
Vorrei stare a Nettuno
sotto un ombrello bruno
o sotto un ombrello rosso.
Invece sto dove posso,
sul balcone di casa mia
sotto l’ombrello della fantasia.
Gianni Rodari, “Il libro dei perché”

giovedì 26 giugno 2008

Il lago dei tirchi


C’era una volta la folletta Sandrette, che abitava in un appartamentino nella magica Cittanuova, sulle rive del lago dei tirchi. Il suo padrone di casa era l’Orco Rinaldo, chiamato da tutti Rinaldino per la sua devozione e obbedienza verso la cara mammina, una vecchina che si fingeva molto fragile e malata per ricevere la tanto sospirata pensione di invalidità, con la quale poteva sottopagare Svetlana, la badante russa tuttofare.
Rinaldino ebbe in dono dalla mammina vari appartamenti sparsi qua e là nella magica Cittanuova, e lui li gestiva con poca cura, parsimonia e avidità.
Ogni mese la folletta Sandrette era vittima di un incantesimo, l’incantesimo del lago dei tirchi. Il suo contratto 4+4 era registrato con una certa cifra mensile, ma al momento di versare i soldi all’Orco, la cifra come per incanto raddoppiava. L’Orco non si accontentava dei 350 $oldini segnati sul contratto, ma ne voleva il doppio.
“Ho le tasse troppo alte da pagare, non puoi pretendere che registri l’intera cifra” piagnucolava, “ho troppi castelli e poderi” singhiozzava, “ho mammina che deve pagare Svetlana, la quale pretende addirittura di mangiare e bere acqua fresca”…
Insomma, nessuno poteva sapere di quell’incantesimo, soprattutto il Fisco.
Ma passò di lì un giorno un Gran Controllore, il quale notò sulla porta dell’ufficio dell’Orco Rinaldino una targhetta sospetta.
“Ingegnere Orco Rinaldino” c’era scritto. Uhm, strano, molto strano. Il sig. Orco non è mai stato un ingegnere, non è iscritto nemmeno nell’Albo degli Ingegneri.
Eh, che volete fare. Le cose prima o poi si vengono a sapere. Insomma il pesce marcio dopo un poco puzza.
Morale della favola: non si può sempre passarla liscia.
Prima o poi l’incantesimo del lago dei tirchi si spezzerà e l’Orco Rinaldino e mammina si troveranno soli con un pugno di mosche.

domenica 22 giugno 2008

Girandole alla finestra




21 Giugno, sabato – dal Diario di un folletto disoccupato

Finestra fiorita che affacci sul cielo, sui tetti e le cupole di una città misteriosa. Dove mi trovo? Dov’è questo luogo? E’ paradiso o inferno? Di sicuro è leggenda. Cammino sconsolata, pensando alla mia condizione di folletto disoccupato e ogni angolo magico di una strada, di un vicoletto, di un palazzo mi suggerisce idee balorde…
Potrei fare la rigattiera, visto che di soffitte e roba vecchia me ne intendo. Noi folletti abbiamo da poco traslocato, non stiamo più nella polverosa e umida soffitta. Meno male, le ossa cominciavano a scricchiolare! Ci siamo intrufolati in un altro appartamento del palazzo, qualche piano più giù, e ci siamo ovviamente portati dietro tutte le nostre vecchie e ingombranti cose.
Abitiamo in questo vecchio palazzo da 243 anni, da quando i nostri genitori arrivarono qui da Girillonia, la famosa città delle girandole. Mio padre, in onore del celebre monumento nazionale di Girillonia (ovviamente una girandola) aprì un negozietto di girandole che non giravano. Effettivamente erano un po’ inutili…
Però piacerebbe anche a me aprire un negozietto di girandole. Ecco un altro lavoro che potrei fare, sarebbe una bella professione. La girandolaia. E porterei avanti una tradizione di famiglia. Chissà…

domenica 8 giugno 2008

Non so cosa fare, quindi ballo


Quando non hai le parole, quando il mondo sembra andare a rotoli, quando pensi di non avere più speranze, quando non sai cosa fare... tu non preoccuparti. Non pensare a nulla e balla.

venerdì 23 maggio 2008

Traslochi e ricordi

Carissimi lettori del blog,
dovete scusarmi per l'assenza momentanea da queste pagine...
a qualcuno di voi l'ho detto, ad altri non ho avuto modo di spiegare che sono nel bel mezzo di un trasloco.
Cambio casa. Ma non mi allontano di molto. Scendo tre piani più sotto! Dal settimo al quarto.
Questa era la vera occasione per cambiare vita, cambiare aria, cambiare vicini, come mi diceva Myriam. E invece devo continuare a sorbirmi gli strambi e misteriosi vicini, pazienza!
Ma sono felice di aver fatto ricordare alla dolce Rosy il suo primo rocambolesco trasloco, raccontato in un bellisimo post.
Due parole ve le dovevo, siete sempre tutti così carini con me. Non volevo che pensavate che mi fossi dimenticata di voi e del mio blogghettino, non volevo farvi sentire trascurati!
Ancora un po' di pazienza, il telefono me lo rimetteranno presto e allora ritornerò con nuove storie e nuovi disegni per voi. Ne ho di cose da raccontare...

venerdì 9 maggio 2008

Mare

Mare sulla terra,
mare nel cielo,
avvolgimi mare per sognare davvero...

mercoledì 30 aprile 2008

Le interviste follette

Quando fate, folletti, elfi e gnomi possono salvare la natura.
Una folletta scrittrice e il suo magico mondo.


Intervista di Janas

Danielina è un vispo folletto dal cuore tenero. Le sue favole sono ricche di fantasia, parlano di esseri fantastici ed hanno tutte un impegno didattico-educativo. Questo me la rende particolarmente simpatica. Già la immagino nel suo studiolo, con la macchina da scrivere, tra fogli di carta giallini e caramelle per delle dolci pause…

- Ehm, forse ho un po’ esagerato con l’immaginazione o è proprio così l’angolino dove crei le tue favole?
- Bè non hai esagerato, anzi ti dico di più: non ti nascondo che mi piacerebbe scrivere con la macchina da scrivere, il suo fascino, penso, che non ha nulla a che vedere con il computer ……comunque il mio angolo è davvero un ritratto della mia infanzia: la mia stanza è piena di soprammobili di folletti, elfi, fate e gnomi….proprio come il mio libro! Su una parete ho appeso l’immagine di Candy, Candy (la mia eroina dei cartoni animati), su un’altra parete della mia stanza invece c’è Holly Hobbie con il suo fantastico cappellino romantico, su un mobile c’è Mignolino (il mio peluche clown), poi carillon, peluche, insomma, potrai capire perché nel mio libro c’è molto del mondo “Fanciullino”.


Daniela è l’autrice del libro “Il magico mondo di fate, folletti, elfi e gnomi”, edito da Prima Print.
Guardo la colorata copertina che mi fa immaginare (…)magiche luci, suoni e profumi, immagini di un mondo d’incanto(…) e da folletto curioso quale sono inizio la mia intervista…

- La tua è un’avventurosa favola ecologica. Il titolo, dunque, ci annuncia i protagonisti della storia? … Raccontaci un po’ di loro…
- Ma certo che sì, sono proprio loro i protagonisti della Fiaba, sono proprio loro questi esserini fantastici (fate, folletti, elfi e gnomi), ma non dimentichiamo il piccolo Daniel…
- No, no, poverino…
- … che è il bambino che si trova catapultato in questa foresta fatata. Allora per capirci le fate governano lo spirito, gli elfi i desideri, i folletti il cuore, gli gnomi il lavoro.
Così è come li vedo io, come me li immagino. Vedi io credo nella loro forza spirituale, nella loro genuinità, nella loro purezza e mi piacerebbe un giorno incontrarli.

- Poi il libro come per magia è diventato uno spettacolo teatrale…
- Si, ho tratto dal libro uno spettacolo per bambini ovviamente, che però fa anche pensare gli adulti. Lo spettacolo l’ho chiamato: “Salviamo la natura”! Ho dato allo spettacolo un titolo molto più diretto e meno fatato, proprio per attirare ancora di più il consenso delle maestre e di quanti avrei incontrato nel mio cammino di neo- regista teatrale. “Salviamo la natura” racchiude la tematica dell’ecologia e ritengo che al giorno d’oggi bisogna parlarne tanto ai bambini, perché loro sono gli adulti del domani!
Grazie all’aiuto della mia famiglia e di alcune persone buone, ho messo su una compagnia teatrale dal titolo “I sogni degli Elfi”, ho creato scene colorate, oggetti carini e sfiziosi, costumi delicati, fatti da una sarta che conosco da quando avevo 5 anni. Gli attori che hanno recitato in “Salviamo la natura” sono persone che oltre ad avere talento, sono anche umili e oneste, ingredienti, questi, fondamentali nella mia accurata selezione! Tutto quello che ho fatto l’ho fatto in modo artigianale e devo dirti che ne vado fiera!

- Quello dell’ecologia è un discorso che a me sta particolarmente a cuore. I bambini che incontri durante gli spettacoli e che leggono il tuo libro hanno cultura ecologica e del riciclaggio o c’è ancora parecchio da insegnare?
- C’è ancora tanto da trasmettere più che da insegnare , quello però che mi riempie il cuore è vederli ogni volta entusiasti, curiosi e attenti.

- E dei grandi cosa mi dici?
- I grandi li sento ahimè sfiduciati e pessimisti.

- Ma torniamo a te… raccontaci della tua passione per la scrittura e di come è nato questo libro…
- Scrivo da quando sono piccola. Mia madre mi chiama “la figlia con la penna”, mia nonna quando viveva con noi usava anche un altro termine, un po’ meno signorile, ma simpatico. A scuola amavo scrivere in modo fantasioso, fortunatamente la mia cara maestra tra le tante tracce dei temi, inseriva anche “vola, vola fantasia” e allora io lì mi scatenavo!A 17 anni mi sono fermata, un po’ perché ero alle prese con la mia esuberante e inquieta adolescenza, un po’ perché forse prediligevo uscire anziché stare seduta alla scrivania! Ho ripreso a 21 anni scrivendo dei racconti fantastici e sentimentali, mai pubblicati, ma che ho fatto leggere a qualche amico e al mio ultimo ragazzo. A 25 anni ho scritto delle poesie molto profonde, dettate sicuramente dal mio malessere “d’amor”, poi però, grazie all’’incontro di Danielina, una bambina di 6 anni , ho scoperto la passione per il genere fantasy e favolistico. Ti spiego: un giorno Danielina ha bussato alla mia porta di casa per chiedermi di giocare, cosa che faceva spesso, forse perché si sentiva un po’ sola. Quel giorno bussò alla mia porta col fratellino. Ci siamo messi tutte e tre a giocare con alcune carte raffiguranti delle fate e dei folletti, ad un certo punto Danielina mi ha detto: Daniela perché non scrivi una fiaba?
Non ci crederai ma proprio in quel momento, senza pensarci un attimo, ho preso la penna e ho incominciato a scrivere. Così è nato “Il magico mondo di fate, folletti, elfi e gnomi”.

- Dimmi la verità, invece il tuo amore per il teatro deriva chiaramente dalle tue origini follette… si sa che noi folletti siamo un po’ teatranti…
- Direi proprio di sì, tu che sei folletto mi puoi capire sicuramente! Con l’occasione ti dirò di più: da piccola andavo al lavatoio e mi inventavo delle scenette teatrali con le mie amichette.
Ci divertivamo come matte ed io non vedevo l’ora di poter usare il microfono. Ho anche dei filmini in cui io mi diverto col microfono! Poi mi ricordo che quando il mio papy montava il presepe mi divertivo tantissimo a inventare i dialoghi tra i vari personaggi.

- Secondo te essere folletto oggi è difficile? La nostra era, certe volte, sembra non lasciar spazio alla fantasia e ai sogni, alle favole e alle filastrocche. Certe volte. Altre volte invece sembra stupire, con delle belle sorprese…
- Forse sì è un po’ difficile in un’era quale la nostra incentrata sul materialismo e sull’utilitarismo, però, penso che è nostro dovere, da veri folletti sognatori e amanti del verde e della semplicità, di inondare gli altri del nostro amore, di far vedere a quanti hanno vedute troppo strette, che esiste anche un’altra prospettiva, che il “fanciullino” dentro di noi è il vero motore del mondo! Da poco sono diventata anche Clown-dottore, il mio nome d’arte è Pummarò, ma forse cambierò nome!

- Quando devi scrivere dove prendi l’ispirazione? E cosa fai per concentrarti? Io mi metto le dita nel naso…
- Bè una caccolina può aiutare hai ragione……no scherzo, dai…..allora mi viene da dentro, e dai bambini.. Poi quando scrivo non c’è bisogno che mi concentri, perché nel momento stesso in cui scrivo sono già concentrata! (non fa una piega eh?)

La mia intervista è quasi finita… credo di aver chiesto tutto a Daniela! Questa volta ho cercato di non essere un folletto distratto e pasticcione. Mi dispiace concludere, mi ero immersa in quel mondo fantastico, sognavo di abitare nella foresta fatata anziché nella mia umida e polverosa soffitta…

- Vuoi lasciare un salutino ai nostri lettori? Un messaggio, un pensiero, una goccia di fantasia…
- Dolcissimi lettori vi mando scintille di luce immensa, sfere colorate e mille, mille arcobaleni, tutto quello che vi può inondare di gioia! Spero che qualcuno di voi leggendo la mia intervista possa incominciare a vedere la vita proprio come un vero folletto e se qualcuno lo è già non può che ritenersi fortunato e continuare a sognare come me……se qualcuno di voi è interessato e curioso di farsi un giro nei meandri delle foresta fatata del “Magico Mondo di fate, folletti, elfi e gnomi”, basta dirmelo!

“Può esser fata, oppure un folletto,
chissà cos’è,
eppure credimi quella luce c’è”!

Saluto anche la dolcissima folletta Alessandra che voglio tanto bene!


Di Daniela Viviano è il libro “ Il magico mondo di fate, folletti, elfi e gnomi”, edizioni: Prima Print.
Lo si può trovare nel Lazio, a Roma (Libreria Nuova Europa nel Centro Commerciale “I Granai”– Via Tazio Nuvolari- 0651955770)
Nel Lazio , a Civitavecchia (Il segnalibro- Via A. Montanucci, 14 A/B- 0766546954)
Nel Lazio, a Roma (Libreria Rinascita – Via delle Botteghe Oscure- Libreria Rinascita – Via Prenestina)
In Campania, ad Avellino (Libreria del Parco, Via Scandone 21 – 082522894); Ad Avellino (Libreria Guida)
Blog: i sogni degli elfi (daniela-isognideglielfi.blogspot.com)

L’intervista folletta è di Janas-Sandra per il blog Col naso all’insù (follettidisoccupati.blogspot.com)

domenica 27 aprile 2008

Alberi silenziosi

Alberi silenziosi ci parlano...

venerdì 25 aprile 2008

Pensieri e catene


25 Aprile, venerdì – dal Diario di un folletto disoccupato

Lo so, sono un folletto dispettoso, perché ho coinvolto nella catena di Frazen alcuni ignari amici.
A me le catene non piacciono. In particolar modo oggi che si festeggia la Liberazione.
Ma questa di Frazen l’ho rispettata, perché lei me l’ha inviata per un motivo preciso, che ho molto apprezzato. Ha voluto conoscermi meglio, era un modo simpatico per sapere qualcosa di più. Ed io ho voluto nominare delle persone che desideravo farvi conoscere. C’è qualche amica virtuale, un’amica storica e mitica come la sua terra, un’amica ritrovata, degli amici artistici…
Io ve li consiglio, vi consiglio i loro pensieri, parola di folletto!
Il mio lavoro part-time comincerà tra breve. Vi ricordate? Ve ne ho parlato qualche giorno fa… devo intervistare i folletti che svolgono lavori creativi… sono un po’ emozionata. E se le interviste non mi vengono bene? E se al giornale non saranno soddisfatti del mio lavoro? E se…
… ho capito, troppi “se”! Allora raddrizzo le orecchie a punta, mi sistemo il cappello, saltello a testa alta (sperando di non inciampare) e comincio!

mercoledì 23 aprile 2008

Frazen mi ha incatenata!!!

Me ne stavo buona buona in un angolino della soffitta, scribacchiando, quando Frazen mi dice di avermi incatenata… Sulle prime mi sono preoccupata, pensavo che mi venissero a prendere le guardie del GraCoPerTuFa, il Gran Comitato Per la Tutela delle Favole, sapete, sono ricercata, ve ne ho parlato nei miei post…
Ma poi ho capito. E’ solo un gioco! Io devo dire le 6 cose che mi piacciono di più e nominare altre 6 persone!

1/ La cosa che mi piace di più in assoluto è il mare. Mi piace nuotare nell’acqua azzurra, ci starei le ore, mi si fanno sempre tutte le ruchette sulle dita. E mi piace scoprire nuove spiagge, gironzolare per i borghi dei pescatori, tra le viuzze.

2/ Semplicemente adoro disegnare. Il disegno è l’unica vera certezza che ho nella vita. Se non avessi le mani disegnerei con i piedi. Senza i piedi, userei la bocca. Non potendo usare la bocca disegnerei con le orecchie. Se mi mancassero le orecchie userei il naso. In mancanza del naso disegnerei sempre e comunque con la mente. La mente non manca mai. Si può usarla male o si può usarla bene, ma c’è sempre. Quindi io so per certo che in ogni modo potrei sempre disegnare!
E’ bello vedere come il colore prende forma e come la forma si colora. Avete mai passato le mani su un disegno? Dovreste farlo, per sentire come la tempera può diventare ruvida, come l’acquerello può sembrare polveroso o come una penna può essere collosa e appiccicaticcia!

3/ Mi piace la magia del teatro. Le luci, i colori, gli odori del teatro che ti trasportano in un mondo fantastico.

4/ Mi piace mangiare la pizza margherita… e basta!!!

5/ Mi piace tanto viaggiare in treno e guardare il panorama che cambia dal finestrino. E’ bellissimo. Dal Gigante addormentato, il Vesuvio, si passa all’ingegnoso acquedotto romano. Poi arrivano le campagne umbre, con le pecorelle. All’improvviso si vede uno scorcio della cupola del Duomo, entrando a Firenze. Maestosa! Arrivando a Bologna attraversi i fantastici colli emiliani. E superato il Po… la pianura padana, un deserto verde, magnifico e suggestivo.

6/ Ci sono tante altre cose che mi piace fare, ma ne posso dire solo un’altra! Mi piace girare per i musei, guardare i quadri dei Grandi Maestri. Vi confesso che una volta ho toccato una famosa opera di Picasso… non ho resistito. Per fortuna non è suonato l’allarme e per fortuna avevo buone intenzioni!

Allora… incateno

Rosy
Giusy
Archivio Futuro
Mimi


Eh, vi tocca!!!
REGOLAMENTO:- indicare il link di chi vi ha coinvolti- inserire il regolamento del gioco sul blog- citare sei cose che vi piace fare e perché- coinvolgere altre sei persone- comunicare l'invito sul loro blog.

mercoledì 16 aprile 2008

Il misterioso caso dei vicini di casa (cosa sarà mai?)


16 Aprile, mercoledì – dal Diario di un folletto disoccupato

Ve l’ho detto, noi folletti siamo tra voi. Sotto mentite spoglie. Dovete solo guardare bene.
Io, il mio fratellino Cico e gli altri folletti della banda, Onda, Trippa, Zippo, Girasole e Jacobus viviamo in questa soffitta. Con noi ci sono anche Madame Codamozza, la gatta cantante che si esibisce nel night del quartiere, il Pink Cat Club, e il Capitano Polidoro, capitano di sventura, un pupazzo di plastica che s’è perso il galeone e tutto l’equipaggio. Poi ci sono i vestiti animati, che abitano nel vecchio armadio dorato e cigolante che si trova dietro al divano. La nostra soffitta, naturalmente, è all’ultimo piano. Al piano di sotto abita la lugubre e misteriosa famiglia Merli. Il signor Merli è un grande appassionato di opera lirica e musica classica, che ascolta a gran volume durante il giorno. Di lui si sa che ripara orologi a pendolo, ne possiede a centinaia e infatti passando davanti alla porta si può sentire quel continuo e fastidioso ticchettio, interminabile e angosciante. La signora Merli non ha i denti davanti. Quando le sono caduti se li è fatti incastonare in due orecchini che indossa sempre. Il Merlo figlio esce ad orari strani del giorno e della notte, non si sa bene cosa faccia, ma in ogni caso porta sempre gli occhiali scuri sul naso, che ci sia il sole o che ci sia la luna. La figlia Merla si sa che esiste, ma nessuno l’ha mai vista. Dal loro appartamento provengono rumori e odori strani, si sentono delle piccole esplosioni, seguite da nuvole di fumo verdastro e esalazione puzzolente. Le malelingue dicono che la signora Merli non sia una buona cuoca, mentre i più sospettosi hanno sparso la voce che facciano misteriosi esperimenti chimici e meccanici con gli ingranaggi degli orologi a pendolo.
Certo, sono strani, chissà cosa nascondono. Ma non voglio impicciarmi troppo, ho tante cose da fare e non posso mettermi ad indagare sui misteri come al solito. Poi finisce che combino guai. In fondo ho sempre un lavoro da cercare.
A proposito, ho trovato una piccola occupazione part-time. Finalmente. Intervisterò i folletti che vivono come me nel mondo del reale sotto mentite spoglie. Tutti i folletti che svolgono un lavoro fantasioso e creativo.
Amici lettori, passate a trovarmi, ben presto ne leggerete delle belle!

domenica 13 aprile 2008

Una vecchia soffitta polverosa


Ecco la soffitta dove abito... la polvere è davvero tanta...

martedì 8 aprile 2008

Le rondini erano in sciopero...


Sono tornate. Quest' anno non volevano farsi vedere, ma sono tornate. Le ho aspettate tanto, guardavo ogni giorno fuori, controllavo i nidi che mi hanno lasciato accanto alla finestra, ma niente. Ho saputo che erano in sciopero e da queste parti non volevano ritornare, causa mal tempo e traffico aereo. Ma alla fine si son convinte. Non si può lasciare un nido sfitto, con tutti questi piccioni della Tecnonido che speculano. Certo, sarà pur vero che si tratta di mononidi o bilonidi, ma oggi i costi sono saliti alle stelle e valgono oro.

Le rondini portano sempre quella bella ventata di allegria e pettegolezzi, con tutte le storie che hanno da raccontare sui loro viaggi.

martedì 1 aprile 2008

Il mostro del lago

C'è un mostro sdentato
in un lago fatato.
Il lago non c'è
il mostro dov'è?
Se state zitti lo potete sentire,
ma niente paura, è un Pesce d'Aprile.

domenica 30 marzo 2008

Interventi sorridenti

30 Marzo, domenica – dal Diario di un folletto disoccupato

La settimana è finita. E’ finito anche il mese, curioso. Noi folletti abbiamo messo l’ora fatata. Il resoconto della settimana, per me, è di 11 curriculum inviati. Risposte: forse una. Forse. Non voglio dire altro… meglio essere un pochino scaramantici. Poi vi racconterò…
Finalmente il sole è ritornato tra noi. Era bello anche l’odore della pioggia. Un giorno di pioggia noi folletti ci intrufolammo in ospedale. Alcuni giorni prima Cico, il solito combinaguai, rischiò di rompersi il ditino del piede. Ricordate? Ve l'ho raccontato la volta scorsa...
Questa volta ci intrufolammo per folleggiare un po' in corsia, tra i bambini che erano ricoverati. I reparti erano tanti e noi della banda ci dividemmo in coppie.
Gli altri della banda sono dei tipi molto simpatici. C'è Onda, che ha due occhioni celesti come il mare. Trippa è abbastanza magro ma mangia come un orco. Di lui si narra che una volta abbia mangiato 6 chili di pizza, e che abbia dormito per 21 ore di seguito. Zippo è suo cugino. E' il più serio di tutti...
Poi c'è Girasole, energica e dinamica. Non stà mai ferma. E alla fine c'è Jacobus, laureato in Archeognomia, il più intellettuale del gruppo.
Cominciarono così i nostri "interventi sorridenti". I bambini si divertivano a vedere le nostre scorribande in corsia. Credevano che recitassimo, noi non potevamo dire di essere dei veri folletti. Però un giorno uno di loro mi disse: "Ma cosa credi? Noi lo sappiamo che voi siete veramente dei folletti. Fingiamo di credere che siete attori solo per difendervi dai grandi e dal Gracopertufa che vi da' la caccia".
Nacque proprio così "interventi sorridenti", per la necessità di raccontare le favole a chi desiderava ancora realmente ascoltarle, in una corsia d'opredale.

giovedì 27 marzo 2008

Quella volta che finimmo tutti in ospedale

27 Marzo, giovedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Oggi piove. Anche ieri pioveva. E anche il giorno prima. Avete mai sentito l’odore della pioggia? Oggi c’è proprio lo stesso odore di quella volta che Cico finì dritto in ospedale.
Eravamo qui nella soffitta, fuori pioveva a dirotto e lui si vantava delle sue doti da ballerino. Volteggiava a più non posso, quando ad un certo punto si sentì solo “crick”…
Il ditino del suo piede diventò più grande di un salsicciotto. Io e gli altri folletti nostri amici lo portammo in un baleno al pronto soccorso.
Cico faceva solo scena, il ditino lo poteva muovere, si vedeva benissimo, ma lui voleva essere consolato dai dottori. Il solito fifone.
Fu lì che vedemmo all’improvviso degli strani personaggi, colorati, magici. Erano i clown di corsia.
Io, Cico e tutta la banda rimanemmo a guardarli incantati.
E’ stato allora che noi folletti decidemmo di entrare in ospedale e di cominciare i nostri “interventi sorridenti”. Ma di questo vi parlerò la prossima volta. E vi parlerò anche degli altri folletti.
Ah, il ditino di Cico era intero. Faceva male solo per la forte botta che aveva dato alla sedia, mentre cercava di saltellare come un folletto danzerino.

martedì 25 marzo 2008

Gironzolando






Oggi in giro me ne vò, mi guardo attorno e...


Cosa c'è? Cosa c'è attorno a voi? Raccontate...

lunedì 24 marzo 2008

Mi rifiuto


24 Marzo, lunedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Mi rifiuto di credere. Mi rifiuto di pensare. Mi rifiuto di credere che si possa produrre tanta spazzatura. Mi rifiuto di pensare che la responsabilità sia solo della camorra.
In casa nostra non abbiamo la camorra. La nostra spazzatura la creiamo noi.
“Io ho creato un chilo di spazzatura”… “Io ho creato tre chili di spazzatura”…
Ma cosa c’è nei nostri rifiuti, ve lo siete mai chiesto? Non avete mai guardato nel secchio? Vi fa troppo schifo? E’ roba vostra, solo roba vostra.
Perché ci correggiamo se sbagliamo una coniugazione e non ci correggiamo se sbagliamo a buttare un oggetto nel cestino?
La camorra viene dopo.
In principio siamo noi.
Se pensiamo che “tanto è solo colpa della camorra”, allora siamo già corrotti geneticamente.
Io mi rifiuto.

domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua ...

... da Cico, Pepa e tutti i folletti.

venerdì 21 marzo 2008

Filastrocca usa e getta

Filastrocca usa e getta, vai da chi non se l’aspetta,
vai sui monti, vai nei mari, va’ a raggiungere i somari.
Come spiffero di vento, come polvere d’argento,
vai nel cielo e in capo al mondo, e vedrai che non è tondo.
Non è tondo ma è schiacciato, ed è pure un po’ affollato,
qui si deve fare spazio, quanti ingombri, via che strazio.
Taglia, incolla, fuggi e mordi, ma che siamo tutti sordi?
Non c’è tempo di pensare, qui si deve lavorare.
Filastrocca usa e getta, viaggia e vola, dammi retta,
con l’aereo, con il treno, o anche a piedi, mica è strano!
Viaggia e prova a far capire, che anche un sogno va’ lontano!

martedì 18 marzo 2008

Il punto di svista

18 Marzo, martedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Io lo dicevo che ieri sarebbe stato un lunedì fantastico. Finalmente. Sono stata contattata per un colloquio di lavoro. Era l’annuncio scovato sabato scorso, il 15 Marzo, di buon mattino, quello che diceva “A.A.A. folletti cercasi…” eccetera, eccetera! Embè, mi presento nell’ufficio di questa azienda. Trovarlo non è stato facile, era piuttosto nascosto e in una strada secondaria. In attesa c’erano già una decina di persone, mentre altre sarebbero arrivate subito dopo di me. Ho pensato che spuntarla tra tutti sarebbe stato grandioso, anche per la soddisfazione di essere l’unica folletta ragazza presente…
Il colloquio non è andato proprio bene.
C’è stato un errore di stampa nell’annuncio.
Vi spiego.
Annuncio che io ho letto:
“A.A.A folletti cercasi per infestare soffitte, scantinati, armadi e/o cabine armadio. Anche prima esperienza, buone percentuali di guadagno, possibilità di carriera.”

Annuncio pubblicato correttamente sul giornalino di inserzioni, nell’edizione (ovviamente!) successiva a quella da me consultata:
“A.A.A. galeotti cercasi per ‘sgomberare’ appartamenti, scantinati, armadi e/o vetrine argenteria. NO prima esperienza, buone percentuali, ottima possibilità di carriera. NO perditempo.”

Uffa. E non aggiungo altro.

lunedì 17 marzo 2008

La mia amica odia il lunedì


17 Marzo, lunedì – dal Diario di un folletto disoccupato

Una mia amica proprio non sopporta il lunedì. In fondo chi non conosce qualcuno che odia questo giorno?! L’unica colpa del lunedì è che è stato messo dopo la domenica. Se lo avessero piazzato nel mezzo della settimana nessuno si sarebbe accorto di lui.
Il lunedì va capito, deve essere interpretato.
Oggi ho deciso che è un bellissimo lunedì. C’è il sole e ci sono anche delle nuvole, bianche e grigioline. Il venticello spettina e ripettina i capelli, poi continua la mia ricerca del lavoro, il mercato è affollato e colorato… insomma c’è proprio tutto oggi.
La mia amica, invece, s’è svegliata con la testa scoppiettante. Oggi odia il vento, odia le nuvole grigioline, odia la folla e odia il lavoro.
Eh si, oggi è proprio il giorno della luna.
Domani no!

domenica 16 marzo 2008

Il mestiere di un folletto mutante

16 Marzo, domenica - dal Diario di un folletto disoccupato

Fate poca ironia sull’ultima parola del titolo, ed evitate assonanze spicciole. E’ scritto “mutante” con la “ti”. Con la “ti” di “tivvù” o “tiggì”!
E’ il duro mestiere di un folletto.
Bisogna studiare e impegnarsi tanto per diventare folletti mutanti… o mutatori (è la stessa cosa). Anche qua evitate la rima. Per favore.
E’ un lavoro di grande responsabilità, non esistono orari, non esistono feste, occorre essere sempre pronti a intervenire.
Mi emoziono ogni volta che lo dico… noi folletti mutatori mutiamo i finali delle favole. Ecco, l’ho detto!
Ma non possiamo mutare il nostro aspetto, che è più o meno simile a quello degli umani. Dico più o meno perché c’è il caso di Cico, che è decisamente disumano…
Quando io e Cico eravamo folletti di bottega, lavoravamo a parecchi finali di favole. Che bei tempi, ragazzi, e quanto lavoro c’era da fare. Poi Cico ha fatto quel che ha fatto, ha combinato quel guaio di dar fuoco al laboratorio e come se non bastasse si è messo a darci la caccia anche il GraCoPerTuFa. E adesso non solo siamo disoccupati, ma dobbiamo anche scappare e nasconderci dal terribile GraCoPerTuFa. E’ terribile davvero. Il GraCoPerTuFa ti fagocita, ti tortura, e dopo ti condanna. Si, ti condanna…
Ma che avete capito?! No, non è un mostro o una bestiaccia puzzolentosa. E’ il Gran Comitato Per la Tutela delle Favole. Ci accusano di appropriazione indebita di favole, racconti e affini. Finché le acque non si placano io e Cico siamo costretti a latitare qui tra voi, nella vita reale, dove il Comitato non ha alcun potere giuridico e legislativo, per fortuna. Ma se tornassimo a Girillonia, la nostra città, sarebbero guai!
Ma ormai ci siamo abituati a vivere qui nella vita reale, è passato molto tempo. E poi ci sono tanti extafollettari come noi in giro. Abbiamo pure il regolare Permesso di Folleggio...
Questa vita reale mi piace, anche se non ho ancora ricevuto risposte ai miei curriculum inviati, anche se la polvere in soffitta è tanta, sempre tanta, e l’umido fa scricchiolare.
Guardatevi bene attorno. I folletti sono tra voi.

sabato 15 marzo 2008

Strani folletti si aggirano da queste parti...

Diario di un folletto disoccupato



15 Marzo, sabato – Il curriculum di Janas

Modifiche al curriculum apportate. Anche se forse ho un po’ esagerato… non credo sia il caso di scrivere di aver lavorato come dirigente per una “nota multinazionale elfica”. Scoprirebbero subito che non è proprio vero…
Devo essere più discreta, e al tempo stesso mettere in risalto la mia professionalità.
Ma gli annunci di lavoro adatti a me sono davvero pochi. Questa mattina, di buon’ora, ne ho scovato uno: “A.A.A. folletti cercasi per infestare soffitte, scantinati, armadi e/o cabine armadio. Anche prima esperienza, buone percentuali di guadagno, possibilità di carriera.”
Lo so, mi dovrò accontentare anche di un incarico semplice come questo (sempre ammesso che mi scelgano!), nonostante la mia lunga esperienza.
Ho studiato, ho studiato tanto, mi sono persino laureata all’Accademia delle Folli Arti in Follettografia. Mi hanno dato il massimo dei voti, 110 e uova sode, e addirittura l’applauso della commissione. Mi sono laureata con il mitico Professor Sfollettucci, pensate, un genio della Follettografia. E’ lui che ha scritto il celeberrimo trattato di Teoria e Tecnica delle Meraviglie Elfiche! Nell'immagine, qui di lato, ho dipinto il cortile dello gnomico palazzo dell'Accademia delle Folli Arti.
Comunque lo avrete capito… Janas è solo uno pseunomico…ehm, uno pseudognolo… uno psiconomino… insomma è un nome d’arte. Si, si.


Abito in questa brutta soffitta umida e polverosa col mio fratellino Cico.


Anche lui non sta messo tanto bene. Laureato in Ecognomia e Folleggio, si arrangia con qualche lavoretto qua e là. E’ colpa sua se abbiamo perso il lavoro come folletti di bottega. Ha incendiato per sbaglio il laboratorio… ma a questa storia non voglio più pensarci, ormai siamo stati licenziati. In questo diario voglio parlare solo delle mie disavventure quotidiane!
Cico è il mio fratello quasi gemello, ma diverso. Mi assomiglia, ma lui è più brutto, ha un viso grugnoso, e poi si lagna sempre.
Oggi mi diceva che sono una scansafatiche e subito dopo si è seduto sul divano e si è messo a ronfare!
Ci vuole pazienza. Pazienza con i fratelli folletti, pazienza con gli annunci di lavoro, pazienza con la polvere che fa starnutire e con l’umidità che fa scricchiolare!!!




venerdì 14 marzo 2008

Diario di un folletto disoccupato

14 Marzo - venerdì
Difficile essere un folletto. Soprattutto quando si è un folletto disoccupato!
Quando mi chiedono se sono disoccupata, mi piace rispondere che "sono occupata a cercare lavoro"!
Ma tutti pensano che io sia men che precaria. E allora mi sono abituata e affezionata all'idea di essere perennemente senza lavoro... (anche se è quasi la verità! ma non ditelo in giro!)
Si, però non si può andare avanti così. Ci vuole una svolta.
Curriculum inviati nell'ultima settimana: 15
Risposte ricevute: 0
...forse devo apportare delle modifiche al mio curriculum, renderlo più interessante.
Ma si, è questa la strada! Domani ci penso!!!
Cico e Janas col naso all'insù!

Col naso all'insù

Capitolo primo - "Una vecchia soffitta polverosa"

Cico e Janas erano due strambi personaggi.
Non erano proprio dei veri folletti, ma certo erano folli. Non avevano molta fantasia, ma erano fantastici. Non ascoltavano la musica, ma cantavano… però non sempre con buoni risultati!
Uno amava molto il rosso, ma vestiva di verde perché era daltonico. L’altra beveva sempre il the alle cinque del pomeriggio, perché in questo modo poteva sognare ad occhi aperti la sua amata Inghilterra…
Ma Janas neppure sapeva dove fosse, la sua amata Inghilterra. Aveva sentito in giro alcune leggende che raccontavano di streghe, maghi, folletti e si era illusa che i suoi antenati venissero proprio da laggiù. Cico e Janas abitavano ormai da tanto tempo in quella vecchia soffitta polverosa. Da quel giorno in cui persero il lavoro.
“E pensare che una volta eravamo assistenti di bottega del Dottor Pietrone. Ora, invece, siamo qui, tra questi cumuli di polvere a far nulla” borbottava sempre Cico.
“Sei tu che non vuoi mai fare nulla, tranne che ronfare!” gli rispondeva puntualmente Janas, pungente come un cactus.
Un pomeriggio, come al solito, erano impegnati in uno dei loro infiniti battibecchi. Giocavano a mosca cieca e Cico, bendato, cercava di imbrogliare, alzando la benda di tanto in tanto per scrutare.
“Janas… Janas, dove sei? Ma dove ti nascondi?… non ti vedo più”…
“Cico, sono qui!” rispose Janas, che, detto tra noi lo sa molto bene che Cico è un imbroglione!
“Proprio qui. Dietro di te… e comunque non dovresti vedermi, con quella benda sugli occhi… truffatore lestofante!”
“Io non truffo e non lestofò… non lestofaccio…non… insomma basta” bofonchiò Cico. “ Uffa e basta. Basta e nisba!” borbottava sempre tra sé.
Ma qualcosa stava per accadere…
(continua...)
23 Marzo, domenica - il racconto prosegue
(...) Entrò in soffitta sul ritmo di una marcia militare il Capitano Polidoro. Si fermò, puntò la spada. Un attimo di pausa, poi… annunciò!
L’ora del the era giunta anche quel pomeriggio.
“Sono le cinque del pomeriggio e tutto va bene! Il vento soffia da nord-ovest. Oggi il sole è sorto alle 05:43am e tramonterà alle 20:04pm. E qui in soffitta si batte la fiacca!”
Era il consueto annuncio del Capitano Polidoro, che ogni giorno accompagnava il “Rito della Teiera”.
“Capitano, ha spaccato il secondo anche oggi” fu il commento di Janas. Il “Rito della Teiera” ebbe inizio.
(continua...)